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Sintomi della disidratazione nei bambini, come prevenirli

la disidratazione nei bambini
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La disidratazione nei bambini comporta rischi maggiori rispetto agli adulti poiché non viene percepita immediatamente e quindi innesca conseguenze più importanti.

Il metabolismo durante la prima infanzia è molto veloce, così come il ricambio idrico; pertanto i bambini hanno bisogno di un’elevata quantità di acqua per essere in grado di svolgere correttamente le funzioni vitali.

L’acqua corporea nel bambino costituisce circa l’80% del peso corporeo, quindi la mancanza di una corretta idratazione comporta una serie di problemi.

I sintomi di bere poca acqua nei bambini

I primi segnali della disidratazione nel bambino sono facili da riconoscere. Il piccolo suda, ha molta sete e appare affaticato, con gli occhi leggermente infossati.

Questi disturbi sono accompagnati generalmente da una forte perdita di appetito e da una secchezza che colpisce la pelle ma anche la lingua e le fauci.

In seguito, i sintomi della disidratazione nei bambini comprendono:

  • diminuzione del volume delle urine
  • irritabilità
  • dolore addominale
  • febbre
  • mal di testa
  • nausea
  • vertigini
  • sonnolenza
  • difficoltà a piangere per mancanza di lacrime

Il neonato necessita di maggiori attenzioni perché i sintomi devono essere riconosciuti e valutati con tempestività.

I bebè sono disidratati quando non bagnano il pannolino da sette, otto ore e presentano la fontanella alla sommità della testa leggermente infossata.

Un altro sintomo facilmente riconoscibile è la presenza di una pipì concentrata, caratterizzata da un colore giallo intenso e un odore marcato. L’assenza di lacrime e la letargia completano il quadro sintomatologico.

Come avviene la disidratazione nei bambini?

Ma perché un bambino può andare incontro alla disidratazione? Le cause sono numerose, vediamole nel dettaglio:

  • diarrea
  • vomito
  • febbre del bambino
  • gastroenterite infantile

Tra le cause della disidratazione inoltre dobbiamo citare anche la presenza di malattie croniche come il diabete di tipo I ma anche alcuni disturbi come afte e gengiviti.

In alcuni casi il caldo eccessivo, l’esposizione prolungata al sole o trascorrere molte ore in luoghi poco ventilati possono provocare un’eccessiva perdita di liquidi.

Abbiamo lasciato per ultima la causa più frequente, quella che, a prima vista, potrebbe sembrare banale: molte volte la disidratazione nei bambini è semplicemente causata dall’abitudine di bere poca acqua, soprattutto dopo i giochi e le attività più intense.

A ogni modo è sempre opportuno consultare il proprio pediatra che ovviamente troverà la causa principale.

Semplici consigli per prevenire la disidratazione

Il punto dal quale partire è una semplice ma fondamentale domanda: quanto devono bere i piccoli per mantenere il corretto equilibrio di liquidi e sali minerali?

Secondo le linee guida internazionali, occorre considerare l’età del piccolo:

  • da 6 mesi a un anno di età: 800-1000 mL/giorno;
  • tra 1 e 3 anni di vita: 1100-1300 mL/giorno;
  • tra i 4 e gli 8 anni di età: 1600 mL/giorno;
  • età compresa tra 9-13 anni: 2100 mL/giorno per i bambini e 1900 mL/giorno per le bambine;

Il bicchiere corrisponde all’incirca a 250 ml di liquido.

La tabella base che abbiamo presentato dovrebbe essere rispettata quotidianamente per assicurare una buona idratazione ai più piccoli.

Le quantità sono semplicemente un punto di riferimento o, se vogliamo, una soglia minima: il fabbisogno giornaliero sarà determinato sia dalle condizioni di salute del piccolo ma anche da quelle ambientali.

In estate, o dopo giochi particolarmente intensi, l’organismo avrà bisogno di un quantitativo maggiore di liquidi e di sali minerali.

La prima cosa da fare quindi è avere sempre una borraccia d’acqua a portata di mano da dare ai bambini.

È buona norma insegnare loro che l’acqua deve essere bevuta prima, durante e dopo l’attività sportiva o il gioco.

Allo stesso modo occorre far capire anche ai più piccoli di non aspettare di avere sete per bere perché proprio la sete, spesso, è il primo segnale della distrazione.

Nel caso in cui le condizioni ambientali siano proibitive o il bambino non voglia saperne di bere, è possibile ricorrere a un ottimo alleato: la frutta.

Non trascuriamo mai l’importanza di questo alimento.

Quando è la sudorazione a provocare una forte perdita elettrolitica, è consigliabile utilizzare l’acqua come principale agente reidratante, accompagnata da alimenti come frutta e verdura.

Melone, arance, mandarini ma anche angurie, fragole, carote e succulenti pomodorini forniscono non solo il giusto quantitativo di acqua, vitamine, sali minerali e fibre ma anche carboidrati di pronto utilizzo.

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Come idratare un bambino disidratato

Cosa fare se il bambino è disidratato? In presenza di vomito, diarrea e febbre alta, dietro consiglio del pediatra di fiducia, è possibile integrare l’acqua con liquidi contenenti sali minerali e glucosio per compensare la perdita di sodio, potassio e cloro.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’utilizzo di speciali soluzioni reidratanti che devono essere prescritte dal medico o dal farmacista, le due figure che sapranno consigliare i genitori sia sulla posologia sia sulla quantità necessaria per ristabilire un buon equilibrio elettrolitico, stabilita in base al peso corporeo del bambino.

Ricordiamo che se il piccolo ha meno di sei mesi, è necessario aumentare la frequenza delle poppate anche in caso di malattia.

In conclusione, la disidratazione nei bambini è una situazione che non deve essere sottovalutata.

Abituare i piccoli a bere prima di avvertire la sete è il primo passo per prevenire la perdita eccessiva di liquidi.

Questo gesto così importante vale anche per gli adulti in quanto bere e assumere liquidi nel modo corretto è importante per tutte le età.

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