Riassunto: L’acqua filtrata rappresenta una soluzione ideale per chi desidera bere acqua trattata direttamente dal rubinetto di casa. Attraverso sistemi di filtrazione domestica come microfiltrazione, ultrafiltrazione e osmosi inversa, è possibile ottenere un liquido depurato dalle eventuali sostanze indesiderate. In questo articolo approfondiamo le caratteristiche dell’acqua trattata, i parametri di riferimento e i metodi per ottenerla in ambiente domestico.
L’acqua filtrata non presenta contaminazioni batteriche. Quella dei ghiacciai ne è un esempio, anche se non ha caratteristiche particolarmente utili all’essere umano, poiché è priva di sali minerali.
Tuttavia, questi elementi indispensabili per l’organismo si possono trovare nell’acqua che deriva dai ghiacciai che sono stati a contatto con il terreno ma che, proprio per questo motivo, possono integrare anche sostanze inquinanti.
L’acqua potabile, diversamente da quella filtrata naturalmente, è resa utilizzabile dall’uomo attraverso numerosi passaggi che tendono a ridurre le eventuali sostanze indesiderate e batteri, lasciando presenti i minerali utili.
L’acqua di sorgente, per esempio, quando non è contaminata, può contenere quantità equilibrate di soluti.
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Come si ottiene acqua filtrata?
L’acqua filtrata non si trova solamente in natura, cristallizzata all’interno dei ghiacciai artici. Si può anche ottenere attraverso tre tipologie di processi: microfiltrazione, ultrafiltrazione e osmosi inversa.
Microfiltrazione e ultrafiltrazione
L’acqua filtrata in casa si può ottenere grazie agli erogatori d’acqua domestici di Acqualife.
Si tratta di dispositivi progettati per ridurre le eventuali sostanze indesiderate e impurità, rendendo il liquido leggero e inodore, ideale da bere e per cucinare.
Gli erogatori d’acqua per uso domestico si avvalgono di sistemi di depurazione che agiscono attraverso dei filtri capaci di trattenere impurità e batteri, migliorando la qualità del liquido che beviamo.
A seconda del grado e del tipo di filtrazione, sono in grado di bloccare inquinanti in diversa misura.
La microfiltrazione, per esempio, impedisce il passaggio di sostanze indesiderate dalle dimensioni superiori a 0,1 micron come, per esempio, spore, batteri e amianto.
L’ultrafiltrazione si avvale di una membrana con pori che non lasciano passare sostanze superiori a 0,01 micron.
Tra queste ci sono pesticidi, metalli pesanti e nitrati.
Osmosi inversa
L’osmosi inversa, attraverso il passaggio su tre diverse membrane, ottimizza le caratteristiche organolettiche del liquido che beviamo.
Questo perché, quando l’acqua potabile già ben controllata dai Comuni passa dall’acquedotto alle tubature degli edifici, potrebbe incontrare sostanze indesiderate a causa dell’usura degli impianti domestici.
Avere un dispositivo a osmosi inversa aiuta quindi a godere di un’acqua salubre direttamente dal rubinetto di casa.
Le tre membrane attraverso cui il liquido transita sono in grado di bloccare particelle di dimensioni fino a 0,0001 micron.
Nello specifico, è in grado di ridurre le eventuali tracce di:
- Metalli pesanti
- Arsenico e piombo provenienti da scarichi industriali, idrocarburi, solventi, tallio, mercurio, cadmio e cromo
- Idrocarburi e solventi
- Fitofarmaci derivanti dall’impiego agrario, ammoniaca, nitriti e nitrati (come i sali d’azoto)
- Idrogeno solforato e solfati
A questi vanno aggiunti tutti gli agenti patogeni come batteri, virus, miceti e protozoi, che normalmente vivono in ambiente acquoso e che rappresentano una minaccia per il benessere umano.

I parametri dell’acqua filtrata
L’acqua filtrata deve avere determinati parametri per essere considerata tale:
pH acqua filtrata
Il pH è una sigla che rappresenta la concentrazione di ioni di idrogeno in una qualsiasi soluzione e si utilizza anche nel caso dell’acqua.
Questa indica se il liquido è acido o basico e varia in modo sensibile in base alla provenienza.
Con il valore di 7 si indica il pH dell’acqua potabile e filtrata, uno stato di perfetto equilibrio che rende il liquido neutro.
Il residuo fisso dell’acqua filtrata
Il residuo fisso è l’insieme delle particelle solide disciolte nell’acqua dolce.
Si tratta di un indice impiegato per classificare le acque potabili ed è calcolato in milligrammi per litro.
Per calcolare numericamente tale valore si fa evaporare una certa quantità di acqua trattata e poi si esegue la misurazione.
L’indice che ne risulta permette di classificare le acque come:
- minimamente mineralizzate, con residuo fisso compreso tra 10 e 80 mg/l
- oligominerali (80-200 mg/l)
- mediominerali (200-1000 mg/l)
- ricche di sali minerali (sopra a 1000 mg/l)
- salate (sopra 30000 mg/l)
In base alla loro composizione e all’elemento predominante, le acque sono classificate come:
- bicarbonate, quando la sua quantità è superiore a 600 mg/l
- solfate, se superiori a 200 mg/l
- clorurate, se supera i 200 mg/l
- calciche, se superiore a 150 mg/l
- magnesiache, se maggiore di 50 ng/l
- acidule, se l’anidride carbonica libera supera i 250 mg/l
- sodiche, quando la percentuale di sodio è maggiore di 200 mg/l
- ferruginose, se lo ione ferro bivalente (Fe++) supera 1 mg/l
Il residuo fisso contiene sostanze chimiche organiche e inorganiche, che possono avere dimensioni inferiori o uguali al valore di 2 micrometri.
I costituenti maggiormente presenti nell’acqua in tale residuo sono: potassio, sodio, calcio, fosfati, nitrati e cloruro.
Per quanto riguarda gli effetti del residuo fisso sul benessere dell’organismo, i pareri scientifici sono oggi diversi.
Secondo alcuni potrebbe causare la formazione di calcoli renali, ma non esistono certezze al riguardo.
Potrebbe invece esserci un collegamento tra residuo fisso e ritenzione idrica come conseguenza a fenomeni osmotici dei liquidi extracellulari.
Conducibilità
Con il termine conducibilità si indica la capacità di una sostanza di trasmettere elettricità, calore o suoni e viene misurata con l’unità dei Siemens per metro.
I valori di conducibilità dell’acqua servono a determinarne la purezza.
In generale, questo liquido ha un indice di conducibilità che varia da 100 a 1000 µS/cm. Il decreto Lgs. 31/2001 indica che l’acqua potabile non può superare in nessun modo i 2500 μS/cm a 20°C. Tanti più sali sono disciolti e tanto più questa avrà un indice di conducibilità alto.
L’acqua filtrata non è un buon conduttore di elettricità, quindi i valori saranno molto bassi e si attesteranno intorno a 1 μS/cm.
L’acqua più filtrata del mondo
A chi è curioso di sapere qual è l’acqua più filtrata del mondo, basterà sapere che quella artica non è così incontaminata come sembra.
L’acqua degli iceberg, infatti, risulta potabile solamente a seguito della riduzione dei batteri che possono depositarsi sulla sua superficie.
Gli abitanti del circolo polare artico sanno bene che l’acqua filtrata naturalmente, dove vivono, in realtà non esiste in forma perfetta.
Quella che deriva dalla neve, prima di essere consumata, deve essere almeno bollita per evitare l’insorgenza di malattie intestinali o altre patologie causate da batteri.
Vantaggi degli erogatori d’acqua per la casa
Installare un distributore d’acqua domestico rappresenta una scelta intelligente per chi desidera avere sempre a disposizione un liquido purificato, leggero e fresco direttamente dal rubinetto della cucina.
Gli erogatori d’acqua per appartamenti si collegano facilmente al rubinetto della cucina e permettono di ridurre le eventuali sostanze indesiderate presenti nel liquido proveniente dall’acquedotto.
L’installazione deve essere effettuata da personale qualificato e costantemente aggiornato per garantire il corretto funzionamento del sistema.
Esistono diversi tipi di filtrazione in base al tipo di impianto scelto, ognuno con caratteristiche specifiche adatte a diverse esigenze.
Scegliere un erogatore d’acqua per la casa significa contribuire al proprio benessere quotidiano e godere di un liquido ideale per bere e cucinare.





